La cervicalgia assieme alla lombalgia fa parte dell’accoppiata di sindrome dolorose che tutti quanti almeno una volta nella vita abbiamo provato. Dolore al collo, trapezi e nei casi più radicati anche al gomito e alle dita. Fatica nel piegare il collo, nel dormire, nel prendere un bicchiere dalla credenza. Potreste addirittura essere arrivati a una sensazione di formicolio sulla punta delle dita o a soffrire di emicrania.
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Cervicalgia e Lombalgia, quali sono le cause?
Come per ogni stato doloroso ovviamente cerchiamo immediatamente una spiegazione e solitamente cominciamo a dare la colpa al cuscino, al letto, allo stress o al colpo d’aria preso la sera prima.
E perché no anche a qualche coincidenza astrale andata male tra Saturno e Venere.
Quando vediamo che le nostre spiegazioni non bastano allora si consulta il medico il quale sicuramente oltre a consigliarvi di lavorare di meno (come se non lo faremmo se potessimo) vi prescriverà alcuni antidolorifici e miorilassanti in connessione con una visita da un osteopata o fisioterapista e i più oculati potrebbero anche aggiungere una bella radiografia della zona cervico-dorsale. Non per forza in quest’ordine.
Armati di fiducia verso l’autorità medica vi sentirete sicuramente più tranquilli e seguirete pedissequamente ogni sua istruzione. A questo punto dal mio tono potrebbe sembrare che io aborri questi metodi e che non creda nella medicina, quindi datemi la possibilità di darvi la mia personale spiegazione per il quale ritengo queste soluzioni non inutili, ma semplicemente non definitive (perché immagino che se siete qua a leggere questo articolo il vostro problema si è purtroppo ripresentato).
Antidolorifici, miorilassanti, massaggi e terapie alternative
Svisceriamo per punti le tecniche più blasonate:
- Antidolorifici e miorilassanti: sono sicuramente il metodo più immediato, entrambi lavorano direttamente sul sistema nervoso inibendo i centri del dolore e “sciogliendo” la muscolatura contratta e solitamente già solo una terapia farmacologica di questo tipo aiuta i casi meno gravi.
- Terapia manuale (massaggio osteopatico o fisioterapico): entrambi vanno a colpire direttamente e con più precisione la zona del dolore cercando di ridurre o eliminare le contratture e dare libertà alle articolazioni.
- Tecar e altre terapie alternative.
Ma allora perchè non mi passa?
Ma allora perché non mi passa? O peggio, ma allora perché mi ritorna? Vi rispondo con un esempio: immaginate di soffrire di un forte dolore al basso ventre che vi viene a far visita quotidianamente e immaginate che la soluzione da voi scelta sia di imbottirvi di antidolorifici fino a che potreste anche dimenticarvi la mano sul fornello senza avvertirne il calore. Sicuramente non sentirete più dolore, ma nel momento in cui l’effetto farmacologico finirà tornerà tutto come prima e non avrete risolto niente. Perché sarete andati a risolver l’effetto, ma non la causa.
Ovviamente se dovesse davvero capitarvi un’esperienza simile il vostro medico vi riempirebbe di esami e andrebbe a curare quello che potrebbe essere, ad esempio, un’infezione all’intestino. Eliminerebbe dunque la causa ed eliminata quella sparirà anche l’effetto di conseguenza.
Il problema è che quando si tratta di dolori muscolari non si cerca mai la causa, ma si guarda solo la punta dell’iceberg.
Quello che bisognerebbe chiedersi è: “Ma perché mi si è contratto il collo? Perché questo dolore continua a farmi visita nonostante io abbia seguito tutte le istruzioni?”.
Quindi, quali sono le soluzioni?
L’ho già detto che è perché curate l’effetto, ma non la causa? La risposta che diamo noi è che bisogna guardare la postura. Il nostro corpo vive grazie a un equilibrio creato da miliardi di fattori che interagiscono tra loro. L’esempio più lampante è con l’alimentazione, uno squilibrio tra energia inserita e energia utilizzata, uno squilibrio tra le vitamine o tra grassi e proteine può portare nei migliori dei casi ad uno stato di sovrappeso o sottopeso e nel peggiore dei casi ad uno stato di grave malnutrizione tanto da mettere a rischio la vita.
Il nostro apparato muscolo-scheletrico funziona esattamente alla stessa maniera, vive di equilibri creati dalle forze esercitate dai nostri muscoli sulle articolazioni e se queste forze non sono allineate l’equilibrio si spezza e benvenuta cervicalgia (o un sacco di altre patologie che finiscono per “algia”).
Ok, ma perché soffro di questo disequilibrio? Le risposte possono essere molteplici:
- poca attività fisica,
- troppa attività fisica (fatta male),
- atteggiamenti posturali lavorativi errati,
- infortuni pregressi,
- genetica e chi più ne ha più ne metta.
E quindi cosa devo fare? Allungare, distendere e forse anche indebolire i muscoli che causano problemi per colpa della loro rigidità nel mentre rafforziamo e attiviamo altri gruppi muscolari che invece vengono o dimenticati o soppressi dalla forza della muscolatura dominante.
La differenza essenziale tra il nostro metodo e le tecniche terapeutiche menzionate prima sono la passività di quest’ultime contro l’attività. Dovete insegnare attivamente al vostro corpo a muovervi e soprattutto a stabilizzarsi utilizzando i giusti gruppi muscolari che sono anatomicamente adibiti a quello e che invece nella maggior parte dei casi vengono sostituiti nel loro lavoro principale.
Il lavoro che viene richiesto è faticoso e dipendentemente dalla gravità del caso anche di lunga durata oltre a richiedere quasi sempre anche del lavoro a casa. Si richiede costanza e sudore, perché non vi sdraierete semplicemente su un lettino stringendo i denti mentre qualcuno cerca di sciogliervi una contrattura. Ma quello che possiamo garantire è che il risultato sarà duraturo.
Articolo scritto da Moreno Colonna.