La spalla “congelata” è una condizione di limitazione del movimento della spalla nota anche come capsulite adesiva. Chi ne soffre ha i giunti delle spalle caratterizzati da tessuti che sono diventati spessi e compatti talmente tanto da inibire il movimento libero.
Il sopraggiungere di tale patologia è accompagnato da sintomi come dolore, rigonfiamento cutaneo e rigidità. La fascia di età più colpita è quella adulta a partire dai quarant’anni di età.
Come compare la spalla congelata
Causa principale della spalla congelata
In condizioni di salute normali l’omero, l’osso principale del braccio, si muove senza problemi all’interno della cavità glenoidea. La spalla congelata compare quando la capsula che protegge il giunto omerico, detta giunto glenomerale, si contrae e si irrigidisce.
Di frequente il processo inizia con un’infiammazione dei tessuti, dovuta ad esempio a una frattura. Nel periodo di immobilità il giunto glenomerale si ispessisce e si contrae, perdendo la naturale facilità di movimento.
Come conseguenza, alla ripresa del movimento si ha difficoltà a muovere la spalla, fastidio e anche dolore. Questo porta a sua volta a evitare il movimento doloroso, che implica una contrazione ulteriore della capsula.
Sebbene siano necessari anche diversi mesi per sviluppare la condizione di spalla congelata, le limitazioni dovute alla sua comparsa possono perdurare in maniera illimitata.
Altre cause
Non è stato ancora scoperto il motivo per il quale la spalla congelata compare molto più frequentemente in chi soffre di diabete. In particolare, questa tipologia di paziente soffre di maggiore rigidezza e richiede maggiore tempo per la terapia di “sblocco”.
Inoltre, è stato scientificamente provato che patologie e malattie come l’ipertiroidismo, il morbo di Parkinson e alcuni problemi cardiaci possono causare capsulite adesiva.
Le fasi della spalla congelata
Come descritto, è necessario diverso tempo affinché si sviluppi la capsulite adesiva. Per questo, è possibile classificare il fenomeno in fasi progressive:
- Fasi di congelamento: è la fase di transizione iniziale verso la capsulite adesiva in cui i movimenti sono limitati dai primi segni di dolore. Viene descritta anche come la “prima” fase e può estendersi da 2 a 10 mesi.
- Fase congelata: è la situazione in cui la spalla ha il range di movimento più limitato. Sebbene il dolore possa iniziare a diminuire, utilizzare la spalle è pressoché complicato in quanto essa risulta rigida, dura e poco elastica. Questa fase in letteratura è anche nota come “seconda” e può durare fino a 10 mesi.
- Fase di scongelamento: rappresenta il periodo in cui inizia la mobilità inizia a migliorare fino alla riabilitazione finale che può anche non essere totale. Questa terza fase può estendersi anche fino a 24 mesi.
Diagnosticare la capsulite adesiva
Così come altre condizioni come la cervicalgia, la lombalgia e la sciatalgia, anche per la capsulite adesiva la parte di diagnosi è necessaria. Quando si soffre dei sintomi descritti in precedenza, bisogna farsi visitare da un medico.
La visita del dottore
Una volta giunti nello studio medico, il dottore dovrà innanzitutto capire in quali direzioni il movimento della spalla è limitato. Per questo, prenderà il nostro braccio e inizierà a muoverlo in tutte le direzioni. Questo movimento, in cui verrà valutato anche l’eventuale dolore e la sua intensità, prenderà il nome di “range passivo”.
Tale range passivo sarà confrontato con quello “attivo”, cioè lo stesso tipo di movimento però comandato dal paziente. Infatti come regola generale, se si soffre di spalla congelata si hanno limitazioni in entrambi i casi.
Esami specialistici
A seguito di una prima osservazione clinica, il dottore potrebbe richiedere l’esito di alcuni esami approfonditi. Tra questi ci sono sicuramente i raggi X, gli ultrasuoni e la risonanza magnetica.
Trattamenti per la spalla congelata
Studio approfondito
In letteratura sono disponibili diversi studi scientifici che affrontano l’argomento. Per approfondire il tema si può consultare l’articolo del pubblicato nel 2015 su PMC che affronta tutte le alternative terapeutiche della capsulite adesiva.
Cure non chirurgiche
Se la situazione non è particolarmente grave, è preferibile seguire la via non chirurgica. Esistono infatti molte alternative alla chirurgia per provare a migliorare lo stato di salute della spalla congelata.
Il primo riguarda sicuramente l’uso di medicinali antinfiammatori non contenenti steroidi. Il loro compito è quello ridurre il rigonfiamento e alleviare il dolore.
Nel caso in cui non fossero sufficienti, si può ricorrere alla somministrazione di steroidi come il cortisone. Per concentrare il potere d’azione, sono preferite le iniezioni direttamente nei giunti glenomerali.
Un’altra strada che può essere seguita dal medico è quella dell’idrodilatazione. Essa consiste nell’iniezione di fluido sterile nel giunto interessato affinché si espanda e liberi la capsula. Questa procedura è delicata e deve essere condotta da una radiologo con anni di esperienza.
In parallelo a tutto questo, il professionista può anche consigliare la fisioterapia. Infatti, il movimento fisico e lo stretching sono fondamentali in questi casi. Queste operazioni, come la rotazione esterna o la flessioni in avanti in posizione supina, le si può svolgere sotto la supervisione del medico oppure a casa.
Operazione chirurgica
Nei casi in cui le terapie precedenti non siano sufficienti a ritrovare la mobilità desiderata, è necessario intervenire chirurgicamente.
L’obiettivo di questa operazione è quello di liberare la capsula in modo tale da favorire il movimento naturale.
Esistono principalmente due tecniche diverse d’operazione: la manipolazione sotto anestesia oppure l’artroscopia alla spalla.
Nel primo caso, dopo essere stati anestetizzati, il dottore forzerà il movimento della spalla in modo tale da strappare le cicatrici che impediscono il movimento.
Nel caso di artroscopia, il compito del chirurgo è quello di imprimere micro-incisioni nella capsula per liberarne il movimento.
In entrambi i casi di operazione chirurgica, i pazienti reagiscono in maniera positiva la maggioranza delle volte.
La riabilitazione post-operazione è un periodo importante in cui seguire le indicazioni del chirurgo per assicurarsi il raggiungimento dei risultati. Prima di ritornare al pieno delle funzionalità motorie, è necessario attendere anche 3 mesi.
Nonostante questo, esistono dei casi rari in cui la rigidezza di movimento da spalla congelata rimane anche a distanza di anni anche se non più accompagnata da dolore.